Abstract del corso

La terapia protesica rappresenta uno dei trattamenti più impegnativi che l’odontoiatra si trova ad affrontare nella pratica clinica. Ogni trattamento protesico ha infatti l’obiettivo di soddisfare il paziente da un punto di vista estetico e funzionale, rispettando e preservando il più possibile la biologia e l’integrità dei tessuti parodontali e dentali. Questi aspetti sono di estrema importanza per la stabilità e l’affidabilità dei restauri nel lungo termine. Una riabilitazione protesica di successo prevede la suddivisione di tutte le procedure in due momenti specifici: Steps Reversibili e Steps Irreversibili. I primi sono rappresentati dalle procedure finalizzate a determinare una diagnosi ed un piano di trattamento corretti. La valutazione delle richieste e delle aspettative e l’analisi estetico-funzionale del paziente hanno un ruolo sostanziale. Questa fase inziale ha lo scopo di determinare un piano di cura tramite una ceratura diagnostica, che potrà anche essere concretizzata in mock-up, ovvero in un prototipo che il paziente avrà la possibilità di testare sia da un punto di vista estetico che funzionale. In questa fase il rapporto e la comunicazione clinico/tecnico è di sostanziale importanza e deve essere gestita con un approccio efficace. Il clinico infatti, dovrebbe guidare l’odontotecnico nella definizione del “framework” della ceratura, in relazione ad una valutazione clinica mirata che lo porterà a compilare adeguatamente una scheda tecnica che è essenziale per la finalizzazione di una ceratura corretta. In questa fase è necessario dare ampio spazio alla comunicazione con il paziente in modo da interpretare nel migliore dei modi le sue aspettative, le paure, le perplessità e quindi determinare un piano di cura adeguato a ciascun paziente. Solo una volta terminato questo momento con successo, sarà possibile intraprendere tutte quelle procedure irreversibili, protesiche e non solo, finalizzate a concludere la terapia. E’ proprio in questa seconda parte del trattamento, che negli ultimi anni abbiamo assistito ad importanti cambiamenti procedurali, grazie soprattutto all’introduzione di nuovi materiali e di nuove tecnologie. Purtroppo l’entusiasmo iniziale è stato spesso frenato da complicazioni cliniche, legate non solo a limiti intrinsechi del prodotto, ma anche a una scorretta applicazione dei loro protocolli. Oggigiorno attraverso una corretta gestione dei nuovi materiali restaurativi, è possibile procedere con terapie protesiche minimamente invasive che salvaguardano l’integrità degli elementi dentari, ottenendo risultati eccellenti sia per quanto riguarda l’integrazione che la prognosi. Le tecniche adesive e le ceramiche integrali sono i punti di forza dei moderni protocolli, che salvaguardano sempre di più i tessuti dentali e rispettano i tessuti molli. Tuttavia per un’efficace applicazione di essi, è necessario comprendere come il cambiamento dei materiali e delle procedure cliniche e tecniche sono alla base del successo del trattamento restaurativo. Anche nel campo dell’implanto-protesi i nuovi materiali, i nuovi design implantari e le nuove tecnologie di produzione, hanno segnato un cambio generazionale modificando i tradizionali protocolli tecnici. Non di meno i moderni design delle connessioni implantari ed i nuovi protocolli rappresentano un punto cruciale per l’integrazione e la stabilità del risultato protesico definitivo. A tal fine un’approfondita conoscenza della biologia e della biomeccanica implantare sono fattori basilari per l’ottenimento di riabilitazioni di successo. La valutazione e la gestione dei tessuti molli in protesi implantare è un altro punto fondamentale per l’ottenimento di risultati estetici soddisfacenti. Oggigiorno non ha più senso parlare di successo implantare basandosi solo su parametri legati all’osso ed all’osteointegrazione. Una riabilitazione implantare di successo deve raggiungere infatti un’ottima integrazione sia a livello osseo che a livello dei tessuti molli. L’integrazione mucosa ha al tempo stesso una valenza estetica, funzionale e biologica. Rappresenta quel sigillo che potrà difendere l’interfaccia ossea da potenziali contaminazioni ed infezioni. La determinazione di questo sigillo dipende sia da aspetti chirurgici che protesici e nello specifico non può prescindere da una progettazione biologicamente guidata del profilo d’emergenza che considera contemporaneamente 3 aspetti: materiale, morfologia ed approccio restaurativo. Durante il corso tutti questi aspetti saranno approfonditi nei dettagli in modo da acquisire una completa visione riguardo la progettazione del restauro implantare per garantire risultati estetici ottimali.